Monica Regazzi, CEO @ HOMEPAL
- Che problema risolve Homepal?
Homepal nasce dall’insoddisfazione che le persone hanno nei confronti del servizio offerto dalle agenzie immobiliari.
Analizzando il mercato e focalizzandoci solo sulla compravendita (escludendo quindi l’affitto), ci siamo resi conto che metà delle transazioni avveniva tra privati. C’era, quindi, già la tendenza a trovare soluzioni alternative all’agenzia, a far da sé.
Considerando che, in media, si cambia casa 3 volte nella vita, abbiamo colto quest’opportunità e sviluppato una soluzione il più vicino possibile alle necessità dell’utente.
- Homepal in sintesi
Homepal è un marketplace che permette l’incontro online tra offerente e acquirente di immobili: dalla prenotazione dell’appuntamento alla gestione dell’offerta, tutto avviene sul sito. In caso di difficoltà, l’utente viene supportato telefonicamente dai nostri esperti.
Vantaggi per l’utente: risparmio di tempo e denaro.
In 2 anni abbiamo raccolto più di 70.000 annunci, con una media di appuntamenti mensili pari a 3000.
Attualmente il team è composto da 8 persone.
- Come sei passata dall’idea di business al progetto concreto?
La società è nata grazie alla collaborazione con un mio ex cliente, Andrea Lacalamita, founder di Homepal.
Quando hai l’idea, per prima cosa, devi testarla con più persone per capire se la riesci a spiegare in modo facile e valutare, poi, il tipo di risposta che ottieni.
L’abbiamo testata anche con i clienti, per poter comprendere le loro necessità e rispondere al meglio ai loro bisogni.
Sicuramente, il network di conoscenze costruito nel tempo grazie al mio lavoro precedente (consulente in BCG) è stato d’aiuto.
In ogni caso, un aspetto molto importante è quello della pianificazione. È necessario creare un business case solido, in modo da capire come e quando andare sul mercato e come farsi conoscere.
- Qual è stato il momento più difficile e come l’hai superato?
Il momento più difficile riguarda il passaggio da consulente in BCG, mestiere che ho molto amato, a quello di imprenditrice, mestiere forse più “rischioso”.
Questo mi ha permesso di capire che se credi nelle tue capacità puoi arrivare ovunque.
- Qual è l’identikit di un candidato ideale per una startup?
Una persona coraggiosa, con tanta voglia di fare e con il giusto equilibrio tra visione e abilità.
- Motto personale
“Bisogna imparare a buttarsi”. Questo è prima di tutto un consiglio che do a me stessa.
Homepal è nato perché ho avuto il coraggio di “buttarmi” e ora sono più che felice di averlo fatto.
- Cos’è il successo secondo te?
Io il successo lo misuro per obiettivi, ovvero porsi degli obiettivi e riuscire a raggiungerli.
- Cosa sognavi da bambina? E quali sono i tuoi sogni ora?
Sono sempre stata una bambina molto determinata, ma non ho mai avuto un’idea precisa del lavoro che avrei voluto fare.
Non avevo idee molto chiare anche se ricordo che, a volte, pensavo che l’insegnante all’università sarebbe stata una scelta adatta a me.
Mia madre, invece, ha sempre sostenuto che avrei dovuto fare l’ispettrice di polizia, a causa della mia capacità di analizzare gli eventi molto in profondità e di associare tra loro aspetti non comuni.
Ora, il sogno grande è quello di veder volare Homepal.
Inoltre, desidero per mia figlia (che ha 7 anni) un futuro senza atteggiamenti maschilisti al lavoro.
- Chi ammiri?
Ammiro le persone che sono molto diverse da me e le osservo per imparare.
Io tendenzialmente ho un’ottima capacità di ascolto.
Tra me e il mio socio, estroverso, con una personalità opposta alla mia, c’è un ottimo equilibrio, e questo ci permette di bilanciarci a vicenda.
- Qual è la tua giornata tipo?
Preparo la bambina per la scuola. Una volta arrivata la tata, inizio a lavorare. A volte da casa, spesso in ufficio o in altre sedi per incontrare fornitori e clienti.
- Cosa ami fare nel tempo libero?
Il weekend è dedicato a mia figlia. Questo tempo è molto prezioso. Sci in inverno e mare in estate.
Amo leggere, in particolare gialli e saggi sull’educazione dei bambini, anche se ultimamente faccio davvero fatica a dedicare tempo alla lettura.
- Mamma imprenditrice. Come fai?
Rispetto al lavoro precedente, sicuramente ora riesco a gestire meglio la famiglia.
Forse per cultura, forse per educazione, non amo demandare totalmente ad altri la crescita di mia figlia. Mia figlia conta le volte in cui vado io a prenderla a scuola. Mi organizzo al meglio. È una sfida di bilanciamento. Ovviamente c’è una tata che mi supporta nell’attività quotidiana.
- Devi ringraziare qualcuno?
Me stessa.
- Rimpianti?
No nessuno, secondo me non bisogna averne. Bisogna guardare sempre avanti, senza rimpianti.
- Cosa insegna la tua storia?
Credo che la mia sia una storia di determinazione, di una persona che si è fatta da sé.
Dove sono arrivata è frutto di tanta forza di volontà.
Indipendentemente dalla tua situazione di partenza, con il giusto atteggiamento puoi arrivare dove tu vuoi.